Ogni settimana, sul nostro gruppo Facebook, intervistiamo un autore. Il 13 novembre è stato il turno di Viviana Albanese.
Vediamo come ha risposto alle nostre domande.
- Presentati in poche righe. Chi sei? Da quanto tempo scrivi? Non rispondere “da quando ero piccola” o ti banniamo. Vogliamo sapere da quanto tempo scrivi seriamente, con l’intenzione di pubblicare.
Mi chiamo Viviana Albanese, ho 38 anni e scrivo da sempre… scherzo. Ma la faccenda ha sempre fatto parte di me. Ho faticato però a rendermi conto che tutto fosse vero e che avevo le capacità e la testardaggine per provarci almeno.
A volte me ne sono anche vergognata… ma a un certo punto ho iniziato a impegnarmi di più e ho avuto un’amica che ha creduto in me, mi ha spronata e continua a leggere ogni cosa che scrivo anche se è meno di mezzo capitolo, ha una pazienza infinita: non avrei fatto il passo in più senza di lei! E ora ho il mio editore che mi sostiene e crede in me.
- C’è un tuo scritto di cui vai più fiera? Perché?
Vado più fiera del mio ultimo lavoro, Mercoledì. Forse perché avendolo pubblicato con CE sono cosciente di averci lavorato meglio; sicuramente è il più curato di tutti ed è quello che al momento porto ancora in giro in fiere e presentazioni.
Inoltre tendo ad amare maggiormente il lavoro più recente, sento i personaggi più vicini, ecco tutto, sto scrivendo anche altro in questo momento ma mi è difficile lasciare andare i personaggi, quindi spesso li porto con me nel lavoro successivo.
- C’è un tuo personaggio che hai odiato? Perché?
Margherita, la protagonista del mio ultimo lavoro, è stata odiata tanto, non è risultata simpatica e spesso i lettori mi ha detto di volerla prendere a schiaffi e io mi associo. Questo succede, e io lo considero un complimento, perché lei è vera, ed essendo così non può risultare perfetta, simpatica a tutti. Ma io per questo non la odio, non riesco a farlo, forse me la fa amare di più.
Ci sono dei “cattivi” che si fanno odiare ma, come nella vita, nessuno è completamente buono o completamente cattivo quindi non posso odiare nessuno, li ho creati io e sono parte di me, tutti.
- Quali generi scrivi e quali leggi?
Leggo un po’ di tutto ma preferiscono i classici e la narrativa non di genere, italiana e non. Anzi agli italiani mi sto convertendo recentemente e con le ultime letture mi sto aprendo al giallo.
Scrivo narrativa. Nei miei romanzi sono importanti i sentimenti e anche il luogo in cui sono ambientati, che è il mio territorio; mi piace scrivere di ciò che conosco.
- autrice self
- autrice con CE
- autrice ibrida (self + CE)?
Perché questa scelta?
Sono ibrida. Self per i primi lavori e CE per l’ultimo e il prossimo. Non tornerei al self, che pure è stata una buona partenza e mi ha fatto fare esperienza con i primi lavori, ma mi rendo conto di essere stata fortunata perché, dopo il primo romanzo, ho iniziato una collaborazione con la mia CE e per loro sto preparando il nuovo romanzo. Quando c’è feeling si sente e quindi non ho motivo di pensare di tornare al self.
- Perché un lettore dovrebbe scegliere di leggere un tuo libro?
Per riconoscersi nei miei personaggi, oppure per riconoscere uno spaccato di realtà tra le pagine del libro. Per me è importante che ci sia realtà nei libri perché una cosa è leggere un libro fantasy o di fantascienza ma leggere un libro di narrativa non di genere, oppure anche un thriller o un giallo e trovarci all’interno eventi e personaggi improbabili mi fa arrabbiare. Non è quello che cerco e non è quello che voglio dare al lettore.
In più un lettore non deve leggerlo se si aspetta lunghe descrizioni e racconti perfettamente lineari o eventi spiegati nei dettagli. La mia non è narrativa di genere ma il racconto non è lineare e piatto. Mi piace che il lettore debba pensare mentre legge e immaginare cose che magari io non ho descritto.
- Quali progetti hai per il futuro?
Finire il romanzo che sto scrivendo e incrementare la collaborazione con la mia CE. Tutto questo resta ancora purtroppo relegato al “tempo libero” (ho un lavoro a tempo pieno in un altro settore e una famiglia) ma per me è grossa fonte di soddisfazione. Adoro essere parte in qualche modo di tutto questo.
Voglio consigliare il libro di un’autrice emergente e di un autore emergente se posso consigliarne due. Perché è bello sostenersi l’un altra.
Consiglio “Il lavoro perfetto” di Arianna Ciancaleoni. Perché è vero. Perché la sua Bianca ha qualcosa in comune con la mia Margherita. Problemi sul lavoro, la difficoltà a fare quel passo in più che ti staccarti dalla vita precedente e ti aiuta a diventare adulta. A volte non si vuole farlo, ma a volte non si riesce anche se lo si vuole.
E poi “Troppo bella per me” di Gianluigi Repetto. Ho partecipato all’editing, è un bel thriller-noir ambientato nella mia zona come i miei romanzi, il basso Piemonte. Non è un thriller con eventi mirabolanti, è tutto credibile, tutto “vero”, non cerca il colpo di scena a tutti i costi e, coi tempi che corrono, un thriller così reale è tutt’altro che scontato.
Se siete anche voi autori e volete essere intervistati da noi, partecipate al gruppo Facebook e inviate un messaggio a Lucia C. Silver!